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lunedì 25 maggio 2015

YOUTH - La giovinezza



Lo spettatore italiano cinefilo campanilista non vedeva scene belle come quelle girate da Sorrentino per Youth da quando smise Fellini.Infine il cinema italiano (sebbene la nazionalità della produzione abbia quattro bandiere) ha riguadagnato il suo posto nell' Olimpo della settima arte.
La location protagonista delle vicende estetiche dei personaggi è un hotel di lusso immerso nell' incanto del paesaggio montano di un imprecisato cantone svizzero... o forse precisato, ma come spesso accade per gli appuntamenti col destino, sono arrivato pochi, preziosi minuti in ritardo, pur prediligendo solitamente l' anticipo.
In questo hotel albergano geni e artisti fuoriclasse. Si ha la conferma del fatto che si tratti della cuspide della piramide quando in una sorta di Ius Primae Noctis molto più anarchico, spontaneo ed edonista è Miss Universo, una statuaria M. D. Ghenea a essere offerta in dono alla star hollywoodiana Jimmy Tree, interpretato da un Paul Dano in versione Johnny Depp, afflitto da problemi di carriera prossimi a quelli di Robert Downey Jr.,: si è concesso "un' unica leggerezza" in carriera e tutti lo ricorderanno per quell' interpretazione, un robot. Una pellicola in cui è ricoperto da una corazza, peggio di un rapporto protetto per un attore. I riferimenti ai grandissimi attori non sono però finiti qui, per non rovinare il gusto della più inebriante e indimenticabile scena del cinema contemporaneo lasceremo allo spettatore il gusto di scoprire chi domina la triade dei fenomeni del nostro tempo pagando il biglietto del cinema.
Il protagonista del lungometraggio più lirico che abbia avuto una distribuzione mainstream negli ultimi cinquant' anni è il multioscar M. Caine.Interpreta il direttore d' orchestra in pensione e mago Fred Ballinger.
Capolavoro assoluto del duo Sorrentino - Travaglioli l' ideazione e il montaggio del girato nella scena del concerto per vacche e campanacci in do minore, credo, ma non sono sicuro dell' assolutezza del mio orecchio né delle poche lezioni di solfeggio prese in vita mia. La scena si svolge al limitare del bosco, il maestro Ballinger siede sul ceppo di un albero secolare e la linfa ancora emanata da quella pianta secolare lo mette in contatto con la natura dandogli la possibilità di dirigere vacche private, agghindate quindi di soavi campanacci. Da segnalare due vacche intente a praticare sesso tantrico (è infatti dalle vacche che gli indù hanno appreso lo yoga). E a proposito di sesso merita una menzione l' unica scena esplicita. Se 300 ci aveva morbosamente stupito con lo splendido coito di Re Leonida e legittima consorte, Sorrentino va oltre, rappresentando il sesso coniugale fra una coppia anziana e fino a quel momento inaridita. Il dettaglio comico ed ecclatante è che Ballinger e l' amico fraterno (nonché consuocero fino al primo terzo dell' ipotetico primo tempo circa) Mick Boyle, un imprescindibile Harvey Keitel, coprotagonista assoluto e altrettanto impeccabile di Caine, scommettono sulle azioni e reazioni della coppia. Questo aspetto della trama regalerà spunti comici davvero degni dei più grandi ingegni del genere, penso a un superamento di Gino Bramieri.
Altrettanto ricche di occasioni per ridere e sorridere sono le vicende legate alla stesura della sceneggiatura per il testamento di Mick, cui lavora il giovane cast del film, che si dovrebbe intitolare "L' ultimo giorno della vita" e trattare l' argomento più triste dell' esistenza umana: il giorno in cui inizia la vedovanza. 
La figlia di Ballinger, Lena, imputa al padre una serie di colpe e gli rivolge severe critiche fin dall' inizio del film. Fra questa gli contesta un' apatia che lo tiene lontano dal lavoro e come confiderà egli stesso all' amico Boyle "nella routine", non appena rientrerà a Venezia. Nel corso del film scopriremo che Ballinger, impenitente traditore e sperimentatore sessuale alla stregua dell' eroe contemporaneo della lotta all' omofobia Alessandro Cecchi Paone, è depresso perché nonostante la ricerca del piacere erotico lo abbia indotto a sempre nuove sperimentazioni, egli ha perduto l' amore di una vita. Lo scopriamo quando ammette di aver scritto le "Canzoni semplici", l' imperdonabile leggerezza per cui verrà ricordato, quando ancora amavo.
Davvero commuovente la scena in cui, alla seconda insistente visita del ciambellano (triplo godibile cameo di Alex McQueen) della regina Elizabeth II,  che desidera ardentemente una performance del direttore ai festeggiamenti del compleanno del Principe Filippo, Ballinger-Caine rifiuta seccamente e si irrita, mentre sullo sfondo la figlia Lena piange silenziosamente, giungendo a cagione dell' inesauribile insistenza del privilegiato impiegato (il suddito di sua maestà persuasore-ipnotista più abile d' Inghilterra)  a rivelare che il motivo per cui non vuole dirigere è che le "Canzoni semplici" sono state scritte per la moglie soprano, che purtroppo non può più cantare. Indimenticabile il denso monologo di Lena, sensualissima donna della porta accanto e in grado di "far impazzire un uomo a letto": Rachel Weisz è sdraiata a fianco al padre nella spa dell' Hotel e sta subendo i fanghi. E' depressa a causa dell' abbandono del marito Boyle-figlio, che lo ha lasciato per la pop star Paloma Faith, interpretata da sé stessa. Quando il padre le dice che può capirla litri di veleno scorrono dalla sua bocca fra frustrazioni, rabbia, rinunce. Scopriamo che la piaga della Lena-figlia è stato soprattutto il silenzio di cui un musicista del calibro del padre ha sempre necessitato. La scena si conclude con la morte cinematografica del superbo personaggio di Caine.
Fenomenale, profondo, stuzzicante e arcigno il cameo di un' aspra  sprezzante volgare ristrutturata e adamantina Jane Fonda, che interpreta la ladra di strada e indimenticabile star hollywoodiana Brenda Morel.
Simpatico anche il "cameo psichiatrico in aereo".
Il personaggio preferito del recensore resta indubbiamente la pranomassaggiatrice che effettua il carico energetico giocando a un videosimulatore di danza nottetempo. L' interprete è l' adolescenziale Luna Zimic Mijovic.
Per non andare troppo oltre nella descrizione di quello che dalla fine dei titoli di coda è diventato il mio film preferito aggiungerò solamente che il poeta che Sorrentino sceglie per commuovere i poeti è Novalis, i due versi quelli sulla casa del padre.
Questo film non ha vinto il festival di Cannes a causa del fatto che la giuria era composta da teste di legno. 
Non ho visto il film che lo ha vinto ma non conta, mio fratello è figlio unico perché non ha mai criticato un film senza prima vederlo.
Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a regalarci questo provocante e sovversivo sogno di celluloide, grazie a Paolo Sorrentino, genio cinematografico assoluto del nostro secolo; e ho detto Tutto.


venerdì 8 maggio 2015

CURARE LA DEPRESSIONE



Gli psichiatri odierni ci capiscono poco
Marsilio Ficino prescrisse

Coito Ebbrezza Locus Amoenus

Funziona 

venerdì 24 aprile 2015

GIRIAMO UN FILM

Soggetto:
come nasce la riconversione della vocazione di una città da città di mercanti a città d' arte?
Come si fa a non rubarci le dieci lire di tasca uno con l' altro?
E così è come ve l' avrebbe proposta Socrate che sfortunatamente avendo avuto un alcade di merda finì
a cicuta e acqua.
E' sufficiente lasciare spazi alla creatività dei giovani, fare in modo che le menti più brillanti abbiano specchi in cui rilucere...
Il resto viene da sé o da Seglia

scusate il nonsense ma ero ispirato.

giovedì 23 aprile 2015

X X H C narrativa - in culo al sistema



Il testo che vi propongo di redigere insieme con l’ unico scopo di tentare di arricchirci velocemente e senza sforzo sarà un libercolo.
Premesso che le probabilità di arricchirsi scrivendo in italiano sono inferiori a quelle di vincere la lotteria di capodanno, conto che alla peggio ci saremo divertiti.
Ritengo senza indugi che, nonostante Ramarro mi dia parecchio filo da torcere, attualmente la leadership del fancazzismo sia indiscussa. Ragion per cui mi offro spontaneamente di occuparmi di tutto il carico di noioso lavoro di battitura editing e quant’ altro.
Nel corso di deliranti brain storming individueremo una serie di motivi per cui amiamo così tanto il nostro paese e cercheremo di analizzarli ed offrirne la critica da una prospettiva che sia utile allo straniero che necessita di essere dissuaso dal trascorrere le vacanze estive proprio qui, con tutti i posti che ci sono nel mondo (Svizzera inclusa).
Personalmente adorerei incaricarmi di attendere all’ obiettivo che non manchi una buona dose di cinismo, disincanto, un pizzico di generico ed universale disprezzo, nonché abbondanti pessimismo e misantropia. Ragion per cui i primi capitoli (brevi) che mi vengono in mente titoleranno:

1.     I Vecchi Dimmerda
1.1   Alle Poste il primo del mese
2.     Quei bastardi dei politici
3.     La bambocciona gravida
4.     Malattie degenerative incurabili: Tifo
Al fianco del cinismo eccetera vorrei fosse presente una buona dose di empatia umana e speranza. Il libro alla fine deve essere si amaro ma anche simpatico, coccolare il lettore nell’ illusione che tutto possa migliorare… o semplicemente avere l’ accortezza di non perdere di vista il buono presente anche nel peggio… (compito vostro, io sono cieco)

Ad esempio il capitolo vecchi dimmerda alla fine della fiera sarà una difesa di quei poveri dimenticati da dio che sono realmente gli anziani… a tratti si ironizza sul fatto che sono degli insopportabili rompicoglioni a tratti si da una giustificazione specificando che non è facile accettare di invecchiare in generale, figuriamoci al giorno d’ oggi in Italia… Per rendere il tutto più empatizzante pensavo di parlare un po’ di mio nonno, romanzando a tratti.

Io per il momento ho immaginato uno scheletro: un capitolo breve per ogni argomento, stile brioso, raffiche di mitra, bilanciamento magistrale allo scopo di ridere. Se ridiamo noi dovrebbe far ridere chi legge. (mmm)
E’ uno scheletro: se vi interessa siete liberissimi di cambiare cose, modificare tutto, introdurre argomenti, tutti scriveremo parti e sistemeremo tutto insieme. Come già accennato mi occupo degli sbattimenti più grossi se posso sgravarvi di lavoro perché ho più tempo, ma non c’entra che è una mia idea, se accettate è già un’ idea nostra…
(Tanto la S.I.A.E. ha detto che se non mi iscrivo con queste due pagine mi ci posso lustrare le terga).
Vi pregherei intanto di pensare a un titolo… Una roba accattivante e commerciale, d’ impatto ma non volgare, brillante… Appena ho tempo mi metto a scorrere una lista di titoli di classici della filosofia per vedere se c’è qualcosa che si presti a una distorsione-parafrasi-storpiatura o altro…
Immagino il libro come un saggio storico-filosofico pop. Trattare con acume e leggerezza temi di attualità…

Già troppe parole… pensateci un attimo e in caso iniziate a eiaculare argomenti, correggere e migliorare i mieispruz

venerdì 27 marzo 2015

CARA RANDOM WALK, TI RISPONDO CON UN POST

"Perfetta" sconosciuta in tutti i sensi, innanzitutto ti ringrazio molto perché finalmente, a distanza di anni dall' apertura del blog e dopo migliaia (poche) di visualizzazioni, qualcuno ha avuto voglia di rendere questo spazio un luogo di confronto e scambio. Non ti nascondo che ho aperto il mio primo blog anni or sono proprio con questa speranza: trovare persone con le quali poter scambiare idee atipiche sull' interpretazione degli argomenti più disparati. Tu oggi stai in qualche modo dando un senso alla mia iniziativa. Il web non è uno spazio esteso come lo Spazio. Tuttavia mi sentivo un po' un astronauta in cerca di altre forme di vita (ecco qui). Un astronauta atipico. Non cercavo "altre forme di vita-altre" cercavo UOMINI O DONNE. Non c'è premeditazione nel risponderti con un intero post. Semplicemente ho iniziato a scrivere un commento di risposta al tuo e mi sono ritrovato ad eccedere... spesso sono prolisso, attenti studiosi del settore hanno imputato anche a ciò lo scarso successo del mio blog. Pazienza. Ti lascio alla risposta al tuo commento: 

"Hai scritto un paio di verità sacrosante, mi sono fatto l' idea probabilmente erronea che potresti essere una professionista dell' insegnamento.
Risulta complicato per chiunque, dopo una certa età, svincolarsi da convinzioni e percezioni e idee.
Dal mio punto di vista conduci un discorso incoerente nel momento in cui accenni agli aggiornamenti ministeriali e subito dopo parli di inadeguatezza dell' istituzione scolastica. Il mio punto di vista risiede nella pacificazione dei due concetti da te espressi: un vero insegnante sa che i programmi ministeriali sono robaccia da pecore e pur dando la parvenza di attenervisi o attenendovisi in toto, insegna guardando l' orologio per salvare minuti preziosi di vero insegnamento ogni giorno.
E gli argomenti di questa pedagogia finalizzata a formare uomini liberi possono essere i più disparati. Non mi riferisco solo agli insegnanti delle superiori, ne ho incontrati forse due davvero eccezionali. All' università ho avuto modo di essere indirizzato verso la mia attuale prospettiva da una personalità geniale, con la quale ho avuto modo di confrontarmi infrangendo quel distacco cui ti riferisci descrivendo il rapporto allievo-docente in un contesto accademico.
Parli di "imposizione" di un testo. Nessuno è mai riuscito a impormi niente, in vita mia, senza l' uso della violenza o della sopraffazione fisica. Ciò che ho letto l' ho letto perchè mi interessava. Gli argomenti di cui mi sono occupato ritenevo fossero fondamentali. Ho portato dignitosamente insufficienze gravi in ogni materia che ritenessi per me inutile in quel momento, senza curarmi minimamente delle valutazioni, dei "voti". Conquistandomi ogni singolo anno promozioni agognate ma facili. Non sopportavo la noia dei banchi di scuola e durante le ore di professori particolarmente illuminati, a dire il vero, leggevo classici e studiavo il pensiero o la poetica di questo o quell' autore che la storia aveva classificato come "genio". Odiavo il pensiero di dover passare un intero anno più del necessario a vivere quella battaglia fra l' istituzione che tentava di addomesticarmi farcendomi dei luoghi comuni di cui tenta di farcire ogni individuo, nel tentativo vitale (per la società dei padroni), di sedare sul nascere ogni possibile milligrammo di spirito critico e curiosità.
Danno una spiegazione a tutto attraverso teorie arcaiche già superate nell' uso reale della tecnologia magari da più di un secolo. Oscurano nuove teorie scientifiche che hanno già la loro applicazione in tutti i settori, perché la massa edotta sulla reale natura delle cose sarebbe in grado di comprendere che ci sono ruoli sociali che alla luce delle nuove scoperte andrebbero sovvertiti. Un esempio su tutti, che mi sta a cuore più degli altri: sulla base delle leggi della fisica quantistica, bisognerebbe traslocare metà dei malati di mente nelle accademie quali docenti, metà dei docenti delle accademie in carcere, un quarto negli ospedali psichiatrici e un altro quarto sui banchi delle elementari. Metà dei carcerati in parlamento e la totalità dei parlamentari nelle carceri, la totalità dei dirigenti delle multinazionali, sperando siano un numero più alto di quello che immagino, andrebbero spediti nello spazio in una missione suicida, col duplice scopo di ridurre i consumi di risorse e avere finalmente la possibilità di organizzare l' impiego delle stesse a prescindere dalla rapacità e dall' avidità del crimine organizzato in qualsiasi forma. Ci sarebbero una serie di accorgimenti anche meno ironici e più concreti da effettuare, ma mi riservo di elaborarli con calma nel contesto di una serena vecchiaia in un best seller postumo scoppiettante e immortale.
"Per la cronaca" il libro in questione è: "Come io vedo il mondo" di Albert Einstein.
Il primo dei cretini io, che ho aspettato tutto questo tempo per pormi il quesito inerente l' eredità letteraria dell' unico genio mai compreso in vita della storia dell' umanità.
Con un candore divino, umile e lucidissimo, senza esasperare i toni, senza mai sbrodolare nell' autocelebrazione, lo scienziato della religione cosmica ha scritto in maniera chiara, infraintendibile, tutta la verità che puoi sperare di sapere a proposito del Mondo. Con un coraggio da leone sornione, mai ostentato, ha assunto posizioni forti e controcorrente a proposito degli argomenti più scottanti, senza urla o strepiti. Usando la "logica della cortesia". Lasciamo perdere che dal mio punto di vista un fisico sta alla comprensione del mondo come un complottista sta alla comprensione della macropolitica.
Se non ci fosse la chiara volontà da parte di pochissimi di tenere una moltitudine sconfinata nell' ignoranza più totale, il libro che ho citato sarebbe già stato adottato come testo imprescindibile.
Riadattato per l' infanzia e proposto alle elementari, approfonditamente studiato alle medie e superiori. Citato e presente sui testi di quasi ogni materia. 

In questo libro Einstein pone al vertice della qualità dello spirito artisti, filosofi e uomini di lettere e un gradino più giù gli scienziati. Esprime poche, chiarissime parole su una breve serie di argomenti fondamentali. Non c'è una virgola fuori posto.
E' di un' umanità definitiva e irraggiungibile attraverso gli aridi e tortuosi percorsi scolastici. Ma basterebbe inserirlo in ogni "programma ministeriale" del mondo, per avere nel giro di una coorte un mondo decisamente migliore.
L' assenza di questo testo dal bagaglio culturale di ogni essere umano alfabetizzato del pianeta è soltanto l' ennesimo (e uno dei più vistosi) segno di malafeda da parte di chi ha la delega ad occuparsi del bene sociale, del bene della nostra specie.
L' unica fortuna di lorsignori è che la gente come Einstein viene al mondo pacifista e le volte in cui viene al mondo si calcolano in una probabilità inferiore a quella della vincita del jackpot di una lotteria
".

mercoledì 11 marzo 2015

CIO' CHE VEDO



Ci sarà. Verrà. Una presenza indispensabile. Nata dall' assenza e il vuoto, culmini di un sinonimo di decadenza, allegoria di squallore. Come la Rinascenza del tredicesimo secolo, come una contaminazione.

Penso a un futuro in cui l' alfabetizzazione non sia uno specchio per le allodole ma la conquista di animali complessi. Non immagino le formiche in un contesto evolutivo differente a leggere il quotidiano bevendolo d' un sorso.
Lo spirito critico d' un orso è il vaticinare delle rondini che beccano le interiora di un aruspice.
Immagino un sorso di bevanda fumante che ristabilisce l' ordine, l' antagonista dell' entropia evaporare e farsi nulla per ricomparire libero e circondato dal tripudio in una nuova costellazione.
Un sistema perfetto che escluda repulsioni e deformità morali, dove l' anima di un bel ragazzo, posto al vertice della catena di comando, già somiglia all' interpretazione di Steve Buscemi.
Anche queste righe cadranno in prescrizione medica fra millenni, lo spirito libero del ceto non abbiente non saprà di essere imparentato con le righe dello scrittore antiplutocratico che non leggeva più.
Finanche l' ultimo dei sassi conosce la storia dell' umanità e piange un parente caduto infrangendosi sul cranio di un consanguineo che gli aveva scopato la moglie. Non ci sono vuoti e vertigini se hai frequentato madame, nulla spaventa e fa soffrire. La paura reagisce all' ignoto, il coraggio assoluto sperperato in tutto si ottiene dall' onniscenza che misero rende l' umore ma a tratti esalta.
Rischi calcolati con profezie amatoriali laiche, dono di un odio malcelato per il clero di ogni parte del planisfero, punti il dito su una coordinata casuale e schiacci una coorte di cretini.
Perle, Perle ancora Perle, come charleston in un Charleston.
Ho in mente un testo teatrale da far levare scarpa sinistra e calzino a Ionesco per applaudire fra mano destra e piede e prede depredate d' ogni linfa banale e l' orgoglio a sufficienza da coprirci il condimento di un misero cespuglio d' erba spontanea che chiamerai insalata. In una giornata meritata di carestia, quando la Polizia verrà a bussare al niente che incornicia un uscio imbelle, tu ribelle senz' armi né parte, che d' arte n' hai in abbodanza e ci addobbi le stanze del palazzo privo di porte che ospita i sogni. Di lei e tuoi, mentre fuori si arrovella il padre e la madre guarda specchi e sfoglia riviste incriminate dalla corte del buon senso e dal censo di chi legge per non saper dire. Di cosa hai letto adesso, se vuoi avere successo, riassumi e desumi almeno una morale che non c'è. Erba acerba sei tu, ma marcirai come tutto ciò che vive, se accetti il mio consiglio evita di prestarti a svolgere la funzione di mangime da coniglio e corri. Corri, corri, corri, corri, corri.
Cori di cherubini hanno accolto il mio rifiuto della benedizione di un vecchio assunto dalla vocazione per frodare il fisco.
Sono soddisfatto, tutto sommato. Ho seguito il cartello, imboccato il mio sentiero, mai preso una deviazione, non mi sono perso senz' altro, perché ciò che vedo mi piace, mi godo la passeggiata.
Trullallà.




lunedì 2 marzo 2015

UNA QUESTIONE DI MOOD


Il poeta Morrison scrisse, fra le tantissime, una poesia sulla pulsazione primigenia che sovrintende a tutto l' universo. Una sorta di ritmo primigenio che trascina con le sue dilatazioni e contrazioni. 
Ed effettivamente è tutta una questione di ritmo. Trovare il proprio è salubre e ci porta a realizzarci.
Personalmente ho trovato che liberarmi dei ritmi blandi delle persone più anziane che cercavano di trattenermi sia stata la scelta più significativa della mia vita. 
Ad esempio, se siete in una stanza con una radio che passa musica di merda, cacciatevi delle belle cuffie nelle orecchie che vi diano il ritmo. Cambia l' umore, cambia l' efficienza, rende possibile l' insospettabile.
Purtroppo viviamo in un paese in cui le cariatidi non potendo andare in pensione ci trattengono per la maglietta per restare a galla. Non prestate la maglietta, non prestate orecchio, quando sono così lasciateli perdere. Penso sappiate distinguere da soli un anziano venerabile e amabile da un vecchio rompicoglioni.

lunedì 16 febbraio 2015

UNA LEZIONE DI FINANZA MONETARIA






Scrivevo proprio ieri che non leggo da molto tempo. Per il gusto di contraddirmi e per mantenere un certo feeling con la mia attitudine all' incoerenza ieri sono stato in libreria e ho dato fondo al buono regalo ricevuto dagli zii a Natale.
Ho acquistato "Padre ricco padre povero - Quello che i ricchi insegnano ai figli sul denaro", best seller di R. T. Kiyosaki.
Il post di oggi rappresenta la recensione della prefazione di una signora amica di Kiyosaki che non c' entra niente e del primo capitolo.
Geniale! Si lamenta il fatto che nelle scuole non ci sia la materia "denaro". La signora che non c' entra niente dice di aver conosciuto l' autore del libro perché questi voleva brevettare un gioco didattico di argomento finanziario, una specie di Monopoli a due circuiti.
Il circuito del topo è quello in cui si infilano i figli dei topi che li spingono a studiare molto per avere un buon lavoro e trovarsi così impelagati in una vita di tasse e altre spese esorbitanti, la corsia veloce, esterna al circuito del topo, è quella percorsa dai ricchi che fanno lavorare i soldi.
Robert nel primo capitolo ci racconta di aver avuto due padri, entrambi in condizione di guadagnare bene, ma mentre il primo, super dirigente scolastico plurilaureato ha lottato una vita contro l' indigenza e le privazioni, per lasciare debiti in eredità, il secondo, che non ha completato le medie inferiori, ha lasciato oltre dieci milioni di dollari.
Parla dei consigli diametralmente opposti ricevuti dai due padri nel corso della sua infanzia, a proposito dell' assumersi dei rischi, dell' investire nella propria casa, nel cercare di lavorare in un' azienda o di possederne una... Il tutto corredato da esempi che ho potuto comprendere anche io, che in genere associo la parola finanza ad una evocazione demoniaca.
Il succo, potente e chiaro, ciò che a mio avviso ha reso il libro un best seller, è che i vecchi consigli dei "padri poveri" al giorno d' oggi siano non solo inutili ma potenzialmente pericolosi.
Il consiglio per antonomasia, cui si fa riferimento, è: "studia, ottieni ottimi voti e poi trova un buon lavoro". Pare che questo non basti ad assicurarsi il successo. Pare che lavorerai circa cinque mesi l' anno per lo stato. Cosa consiglia allora l' autore del libro? Di fare qualcosa per cui si nure passione, lavorare per divertirsi. Come vengono i soldi? Penso ne parli nei capitoli successivi, magari poi vi aggiorno.
Questo libro mi ha per forza indotto a ricordare o riconsiderare l' atteggiamento pedagogico dei miei genitori nei miei confronti e i loro "consigli"... I miei non sono ne ricchi ne poveri e devo sinceramente considerare che mi hanno quasi sempre lasciato abbastanza libero di scegliere.
Ovviamente però la linea di base è stata "studia sodo e trovati un buon lavoro"...
Un altro consiglio ho ricevuto, da una persona esterna alla famiglia, ma cui sono molto affezionato comunque... si tratta della moglie del mio relatore di tesi... sono entrambi persone straordianrie, di rara umanità e cultura, di rarissimo ingegno. Ricordo che il giorno della laurea le chiesi: "E adesso cosa faccio?". Lei mi rispose: "Trovati un lavoro che ti piaccia".



domenica 15 febbraio 2015

L' ANTICRISTO DI NIETZSCHE


Miei cari lettori, dovete assolutamente sapere che sebbene me la tiri da intellettuale, sono mesi che non leggo un libro. Non per intero almeno. Ma se il gran segreto fosse questo non ci sarebbe granché da stupirsi, ogni amante della lettura ha periodi sabbatici più o meno brevi.
Il mio più terribile segreto è che ho letto molto, ma davvero molto, nei momenti sbagliati.
I libri più interessanti e fondamentali per la formazione della coscienza li ho letti talmente tanti anni fa che o non ricordo un cazzo di quello che c' era scritto, oppure ero troppo giovane per capirli.
Fra questi "L' Anticristo" di F. Nietzsche. Letto probabilmente in un' ora di algebra al liceo.
(Mentre digito le parole iniziali di questo post, credo che in assenza di più alte ispirazioni potrei dedicarmi a proporvi libri per i prossimi sei mesi).
Di ciò che c'è scritto su questo libretto di Nietzsche non ricordo granché più del succo.
Dice Nietzsche che la società alle sue radici era fondata sulla forza e sul vigore fisico e pertanto il ruolo di capo slittava dal padre al figlio nel momento stesso in cui il primo cominciava a perdere a braccio di ferro contro il secondo con una certa costanza...
Il giovane comandava perché aveva la forza bruta per imporsi.
Cosa accadde? Che la saggezza del perfido vecchio inventò la religione, per battere il giovane non sul terreno fisico, dove troppo enorme sarebbe stato lo svantaggio, ma su quello morale.
Iniziò a riempirlo dei vari "onora il padre e la madre"... gli disse, dopo che Dante l' ebbe dipinto, che sarebbe bruciato all' inferno se non avesse baciato le pile e in altre regioni del mondo addirittura promisero i saldi nelle vetrine del quartiere rosso di Amsterdam nell' altra vita in cambio di vivere come un fuoco d' artificio. Non parlo dell' ebraismo perchè non lo conosco. Non lo conosco perché mi fa paura. Mi fa paura perché non lo conosco. So che sono degli specie di magi rinascimentali coi loro riti e i loro comportamenti rigidi e so che se c'è una religione che somiglia davvero più delle altre a un atteggiamento di rispetto e riconoscenza per un eventuale dio che se lo aspetti è quella.
Ma so di sicuro che dio si aspetta tutt' altro che riconoscenza devozione e pietudine, dio ci ha messi qui a godere della meraviglia. Immaginatevi Picasso che in sette giorni realizza miliardi di quadri, li sbatte in un super Guggenheim e ci chiude tutti dentro a chiave. Cazzo si aspetta Picasso, che ci mettiamo a pregarlo e genufletterci e che togliamo il salame dai panini dei distributori automatici?
Picasso come ogni artista e creatore che si rispetti ama innanzitutto esprimersi, poi creare, poi stupire, emozionare, cambiare, far riflettere, sorridere, ammiccare, piangere.
Ma più che riflettere tutte le altre cose. Il sonno della ragione genera pace. Dio ha creato Picasso a sua immagine e somiglianza. Dio è un nano che ama le maglie da marinaio.
Quindi:
Anticristo di Nietzsche = il vecchio inizia a perdere a braccio di ferro e inventa la religione per continuare a comandare e incassare oboli e tributi.
Fuck old man! Fuck religion!


mercoledì 11 febbraio 2015

RISPOSTA ALL' ARDITO COMMENTO

Un anonimo e stringato lettore del blog s' è preso la briga di commentare sinteticamente il post dedicato direttamente ai lettori "lettera aperta" .
Mi prendo lo spazio di un post per rispondere alla sua domanda, semplice ma profonda:


"E STI CAZZI?!?"


Se poi avrai voglia di articolare ulteriormente il tuo astio, di spiegarci la tua retorica e di venire in casa nostra a sconvolgerci le idee e lavarci il cervello convincendoci che l' Italia agli italiani o che ne so, fai pure nel commento di questo nuovo post tutto dedicato a te, illustre anonimo.
Se poi trovi anche il coraggio di dirci chi sei, magari evitiamo di sprecare tempo a preoccuparci della tua sensibilità, dal momento che probabilmente sei uno dei tanti subumani che popolano questo pianeta, di cui la concentrazione è altissima in provincia di Imperia, che fanno scoppiare la nostra ridente cittadina.

Sempre affezionatissimo a tutti,

Pearl

mercoledì 4 febbraio 2015

OUR LIVES ARE PACHELBEL RANT IN D & PEDAGOGY

Sto mettendo impegno serio nella cura dei miei blog, in particolare di pearls2pigs.
Ho implementato con strumenti, tipo analytics, che mi stanno facendo passare la voglia...
In primo luogo perché si perde la genuinità di aprire un post e distruggere la pagina con quello che mi passa per la testa, con pensieri più o meno profondi, con riflessioni appuntate in un momento inutile, o seguendo l' ispirazione dettata da una canzone che amo, la mattina presto. 
Ora ho la possibilità non solo di sapere quanti siete (e siete tanti), ma volendo, di sapere che siete quasi perfettamente equamente divisi fra uomini e donne, che c'è un' avanguardia di giovanissimi e adolescenti cospicua che mi segue, uno zoccolo duro di giovani, qualche persona matura e adulta indubbiamente, addirittura (e da piacere), persone che hanno superato i sessanta... 
Non spulcio oltre le statistiche, il mio obiettivo non sarà mai compiacervi. I miei blog sono spazi condivisi e avrebbero strutture idonee ad una condivisione interattiva se solo voleste commentare a volte, renderlo un laboratorio... Ma sembra che il mio pubblico, come tanti pubblici in tante occasioni precedenti, abbia bisogno di un predicatore solitario... e allora continuerò a monologare fino al soglio pontificio. 
Questa lunga premessa serve a dirvi che ho notato dalle stats che i miei lettori assidui dedicano al blog il tempo di leggere un post, massimo due, mediamente.
Il che significa che praticamente mai aprite i video o quantomeno che mai li ascoltate dall' inizio alla fine.
Questa è una delusione relativa. Ad ogni modo, buono a sapersi, perché ho modo così di raccomandarvi, almeno in questa occasione,  di guardare per intero il breve video che segue per due ragioni: è davvero divertente e serve ad introdurre le riflessioni che seguiranno:

                                  

Conosco questo video da anni, grazie ad un amico musicista che me lo ha segnalato. E' illuminante.
Ma in questo momento in cui mi trovo a rifletterne per i miei lettori mi trovo in difficoltà, nel senso che ho pensieri discordanti e diverse chiavi di lettura del fenomeno "canone di Pachelbel in D"...
Un' incoerenza assoluta mi assale... 
Da un lato mi stupisce e mi meraviglia pensare che una percentuale così alta della musica pop più bella sia composta a partire da questo giro. Significa qualcosa... significa che la musica viene prima dell' uomo, significa che c'è un' armonia mundi e che l' orecchio è fatto per godere del suono, significa che l' udito è in qualche modo sottovalutato, sia come strumento di piacere, come in questo caso, che come mezzo per la comunicazione.
Attraverso l' orecchio entrano un sacco di informazioni quotidianamente, meno di quelle che passano dagli occhi* ma altrettanto "informanti" e a volte transitano dai sensi per depositarsi direttamente nell' inconscio. "Informanti" = danno forma. Noi esperiamo la realtà attraverso i sensi, la rielaboriamo col cervello, ci creiamo una struttura. L' apparato cognitivo lavora per input e output attraverso i quali costruiamo il nostro essere, le nostre vite, dando poi un contributo nella definizione della realtà stessa, agendo in modi diversi, a volta di segno opposto, non senza una certa dose di destino e coincidenze. 
Ogni individuo è potenzialmente libero di scegliere come "informarsi" = raccogliere informazioni = darsi forma. Ma cosa succede quando l' individualità, il libero pensiero e la coscenza, la consapevolezza, sono nemiche di una società costruita in modo da essere funzionale ad una assoluta minoranza di individui privilegiati che agiscono esclusivamente in modo da mantenere i loro privilegi?
Succede che tutto ciò che viene proposto su qualsiasi mercato è un Pachelbel canon in D.
Rob Paravonian, nel video dice: "lo odio con tutto il cuore e non so nemmeno il suo "first name" che probabilmente è Johann, si chiamano tutti Joahnn". E' un nome di origine ebraica, il corrispettivo di Giovanni, per chi avesse la curiosità di saperlo, ma magari il genio di Paravonian è fatto per un 5% di improvvisazione casuale. 
Io credo che questo pezzo di commedia ci voglia dire che la TV, la radio e i giornali in qualche modo cerchino di "informarci". Di appiattire gli individui, di togliergli l' unicità e di metterli tutti d' accordo sul punto che bisogna lavorare sodo e pagare le tasse. Ma io sono un visionario e uno che compie associazioni di idee inusuali, quindi sono più che disposto a rimangiarmi tutto e ad accettare la critica di chi metaforicamente mi dirà che vedo i fantasmi. Soprattutto se mi venisse richiesto di farlo sotto waterboarding.
Esistono una serie di soluzioni per liberarsi dei vari "canons". Il primo di tutti è invitare fin da piccoli i propri figli a essere se stessi e usare la testa. Diffidare di maestri ed educatori dalle soluzioni preconfezionate. Gente con la testa piena di idee di altri e smaniosa all' idea di indottrinare chiunque gli capiti a tiro. Mettete sotto esame l' operato degli insegnanti dei vostri figli, che svolgono il lavoro più sacro e importante della società umana, trasmettendone i valori. Educare deriva dal latino ex ducere: tirare fuori. Un educatore vero è uno che capisce il potenziale del giovane e lo aiuta ad esprimerlo, a tramutarlo in atto. 
Un volo pindarico: pensate alla struttura dei palinsesti radio... giorni e giorni gli stessi pezzi del momento alla stessa ora, le stesse pubblicità per settimane, stessi programmi alla stessa ora, le persone ascoltano la radio lavorando in ufficio, svolgendo quotidianamente compiti sempre uguali a se stessi o simili... e poi si stupiscono che è già Natale, è già di nuovo estate, gli anni passano, "sembrava ieri". Vite uguali a se stesse giorno dopo giorno, da lunedi a domenica, per anni, accompagnate da colonne sonore oscene e sempre uguali, variazioni minime che non spezzino mai il mood sinaptico appiattito del servo contribuente. 
Io lavoro con le cuffie nelle orecchie saldamente collegate a un lettore mp4 da 8giga, pieno di possibilità di scegliere, da Chopin ai Misfits, all' elettronica, al prog, al jazz. A seconda di cosa devo fare e in quale stanza. Nella stanza della radio, Chopin o Miles Davis, anche al massimo del volume non coprono quei maledetti servi che sparano stronzate da mattina a sera strapagati per rendere le nostre vite corte e noiose. Per metterci tutti in fila davanti all' agenzia delle entrate, per renderci bersagli di equitalia. 

C'è stato un periodo in cui leggevo tantissimi libri, punte di tre a settimane, avevo molto rispetto per la letteratura... oggi passo la maggior parte del tempo a tentare di liberarmi della maggior parte delle idee maturate nell' interazione con i libri. In quel periodo però mi capitò di essere a caccia di chicche, a Genova (nonostante la miglior meta in Italia per il bibliomane sia Torino senza dubbio), trovai questo libro... Assolutamente la miglior edizione di sempre, il libro definitivo. Non era pensato per un adulto, perché un vero editore l' adulto lo da per spacciato. Era un testo usato e molto antico, considerati i tempi, che comprai istantaneamente senza chiedere il prezzo, pensando che un giorno avrei avuto un figlio e che probabilmente grazie a quel singolo libro avrebbe risparmiato un sacco di tempo e lavoro al fine di essere una persona non dico migliore ma più consapevole, ecco il libro, il primo che leggerà il mio erede: 




                              


 Buona giornata a tutti,

 Pearl


 *Non ci giurerei, è un coinflip

martedì 20 gennaio 2015

IT'S USELESS TO BE AN ARTIST IF YOU HAVE TO LIVE AS A CLERK



Il mio film preferito si intitola "La Stangata". Potrei guardare in internet la data precisa di uscita nelle sale cinematografiche, quali furono nello specifico i molti premi vinti e gli incassi. Potrei farlo perché a scuola ci hanno insegnato come fare le recensioni, ma me lo sono dimenticato. Soprattutto, il mio unico insegnante è Henry Gondorff, specie quando dice: "Non serve essere un artista, se devi vivere come un impiegato".
I protagonisti di questo film sono caratterizzati dal punto di vista economico, che è un po' la chiave prediletta di lettura di ogni epifania dell' umano agire, ai giorni nostri, dall' essere individui che si sostentano NON producendo ricchezza, ma spostandola. Soprattutto, se volessimo essere un po' pignoli, dovremmo disquisire un poco sul termine ricchezza per giungere alla conclusione che, se anche accidentalmente prima della fine del film Paul Newman e Robert Redford avranno prodotto una certa ricchezza, in partenza non sarebbe sicuramente stato nei loro intenti.
"The Sting" è il mio film preferito per un sacco di motivi.
Il primo è che caratterizza dei personaggi che ben si prestano a essere inseriti prepotentemente all' interno di un' "epopea della rivalsa" le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Se non avessi smesso completamente di rivolgermi anche al mondo accademico, perché ho perso in effetti ormai ogni speranza che un giorno o l' altro il nipote imbecille di un barone possa dire "No amico, non posso accettare questo lavoro! Tu lo meriti di più", se non avessi smesso completamente di credere che la cultura istituzionale non sia altro che una truffa colossale, finalizzata a rendere donne e uomini più schiavi di quanto non siano, istruendoli all' illusione della consapevolezza e del giudizio critico, se non fosse un argomento che ho studiato (anche approfonditamente) ma molti anni fa, ora potrei citarvi alcuni alcuni nomi di personaggi entrati prepotentemente nell' "epopea della rivalsa".
Ma non ne scriverò nemmeno uno, non un attimo prima di dare le spalle alla tastiera per andare a impossessarmi di una tazzina di caffé preparata dalle mani di chi amo






"The Sting" è il mio film preferito perché inizia con un torto che alla fine viene riparato, l' effetto catartico è di quelli importanti.
E' il mio film preferito perché, reinterpretando l' utilità di un espediente utilizzato da Gondorff per apparire ubriaco durante la celebre partita in treno, ora mi capita di bullare chi mi ferma per farmi l' etilometro, che segna regolarmente zero nonostante l' enorme puzza di gin.
Il mio film preferito di sempre per le tonnellate di coraggio che sfilano davanti alla cinepresa in un ritmo abbastanza serrato da tenermi incollato anche alla milionesima visione.
Il mio film preferito per il valore dell' amicizia glorificato e quello della lealtà che ne discende.
Il mio film preferito perché Gondorff che era in pensione, un relitto alcolista, finito all' inizio, alla fine è il top player... riscatto.
E poi ancora quell' uso spasmodico delle magnifiche abilità del cervello, che da solo basterà a mettervi a debito anche se avete comprato il dvd in edizione platino con la copertina tempestata di diamanti da 22 carati.
Poi perché... se non avete clickato play in cima alla pagina, non avete mai sentito il main theme di una colonna sonora.

Buona giornata