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mercoledì 4 febbraio 2015

OUR LIVES ARE PACHELBEL RANT IN D & PEDAGOGY

Sto mettendo impegno serio nella cura dei miei blog, in particolare di pearls2pigs.
Ho implementato con strumenti, tipo analytics, che mi stanno facendo passare la voglia...
In primo luogo perché si perde la genuinità di aprire un post e distruggere la pagina con quello che mi passa per la testa, con pensieri più o meno profondi, con riflessioni appuntate in un momento inutile, o seguendo l' ispirazione dettata da una canzone che amo, la mattina presto. 
Ora ho la possibilità non solo di sapere quanti siete (e siete tanti), ma volendo, di sapere che siete quasi perfettamente equamente divisi fra uomini e donne, che c'è un' avanguardia di giovanissimi e adolescenti cospicua che mi segue, uno zoccolo duro di giovani, qualche persona matura e adulta indubbiamente, addirittura (e da piacere), persone che hanno superato i sessanta... 
Non spulcio oltre le statistiche, il mio obiettivo non sarà mai compiacervi. I miei blog sono spazi condivisi e avrebbero strutture idonee ad una condivisione interattiva se solo voleste commentare a volte, renderlo un laboratorio... Ma sembra che il mio pubblico, come tanti pubblici in tante occasioni precedenti, abbia bisogno di un predicatore solitario... e allora continuerò a monologare fino al soglio pontificio. 
Questa lunga premessa serve a dirvi che ho notato dalle stats che i miei lettori assidui dedicano al blog il tempo di leggere un post, massimo due, mediamente.
Il che significa che praticamente mai aprite i video o quantomeno che mai li ascoltate dall' inizio alla fine.
Questa è una delusione relativa. Ad ogni modo, buono a sapersi, perché ho modo così di raccomandarvi, almeno in questa occasione,  di guardare per intero il breve video che segue per due ragioni: è davvero divertente e serve ad introdurre le riflessioni che seguiranno:

                                  

Conosco questo video da anni, grazie ad un amico musicista che me lo ha segnalato. E' illuminante.
Ma in questo momento in cui mi trovo a rifletterne per i miei lettori mi trovo in difficoltà, nel senso che ho pensieri discordanti e diverse chiavi di lettura del fenomeno "canone di Pachelbel in D"...
Un' incoerenza assoluta mi assale... 
Da un lato mi stupisce e mi meraviglia pensare che una percentuale così alta della musica pop più bella sia composta a partire da questo giro. Significa qualcosa... significa che la musica viene prima dell' uomo, significa che c'è un' armonia mundi e che l' orecchio è fatto per godere del suono, significa che l' udito è in qualche modo sottovalutato, sia come strumento di piacere, come in questo caso, che come mezzo per la comunicazione.
Attraverso l' orecchio entrano un sacco di informazioni quotidianamente, meno di quelle che passano dagli occhi* ma altrettanto "informanti" e a volte transitano dai sensi per depositarsi direttamente nell' inconscio. "Informanti" = danno forma. Noi esperiamo la realtà attraverso i sensi, la rielaboriamo col cervello, ci creiamo una struttura. L' apparato cognitivo lavora per input e output attraverso i quali costruiamo il nostro essere, le nostre vite, dando poi un contributo nella definizione della realtà stessa, agendo in modi diversi, a volta di segno opposto, non senza una certa dose di destino e coincidenze. 
Ogni individuo è potenzialmente libero di scegliere come "informarsi" = raccogliere informazioni = darsi forma. Ma cosa succede quando l' individualità, il libero pensiero e la coscenza, la consapevolezza, sono nemiche di una società costruita in modo da essere funzionale ad una assoluta minoranza di individui privilegiati che agiscono esclusivamente in modo da mantenere i loro privilegi?
Succede che tutto ciò che viene proposto su qualsiasi mercato è un Pachelbel canon in D.
Rob Paravonian, nel video dice: "lo odio con tutto il cuore e non so nemmeno il suo "first name" che probabilmente è Johann, si chiamano tutti Joahnn". E' un nome di origine ebraica, il corrispettivo di Giovanni, per chi avesse la curiosità di saperlo, ma magari il genio di Paravonian è fatto per un 5% di improvvisazione casuale. 
Io credo che questo pezzo di commedia ci voglia dire che la TV, la radio e i giornali in qualche modo cerchino di "informarci". Di appiattire gli individui, di togliergli l' unicità e di metterli tutti d' accordo sul punto che bisogna lavorare sodo e pagare le tasse. Ma io sono un visionario e uno che compie associazioni di idee inusuali, quindi sono più che disposto a rimangiarmi tutto e ad accettare la critica di chi metaforicamente mi dirà che vedo i fantasmi. Soprattutto se mi venisse richiesto di farlo sotto waterboarding.
Esistono una serie di soluzioni per liberarsi dei vari "canons". Il primo di tutti è invitare fin da piccoli i propri figli a essere se stessi e usare la testa. Diffidare di maestri ed educatori dalle soluzioni preconfezionate. Gente con la testa piena di idee di altri e smaniosa all' idea di indottrinare chiunque gli capiti a tiro. Mettete sotto esame l' operato degli insegnanti dei vostri figli, che svolgono il lavoro più sacro e importante della società umana, trasmettendone i valori. Educare deriva dal latino ex ducere: tirare fuori. Un educatore vero è uno che capisce il potenziale del giovane e lo aiuta ad esprimerlo, a tramutarlo in atto. 
Un volo pindarico: pensate alla struttura dei palinsesti radio... giorni e giorni gli stessi pezzi del momento alla stessa ora, le stesse pubblicità per settimane, stessi programmi alla stessa ora, le persone ascoltano la radio lavorando in ufficio, svolgendo quotidianamente compiti sempre uguali a se stessi o simili... e poi si stupiscono che è già Natale, è già di nuovo estate, gli anni passano, "sembrava ieri". Vite uguali a se stesse giorno dopo giorno, da lunedi a domenica, per anni, accompagnate da colonne sonore oscene e sempre uguali, variazioni minime che non spezzino mai il mood sinaptico appiattito del servo contribuente. 
Io lavoro con le cuffie nelle orecchie saldamente collegate a un lettore mp4 da 8giga, pieno di possibilità di scegliere, da Chopin ai Misfits, all' elettronica, al prog, al jazz. A seconda di cosa devo fare e in quale stanza. Nella stanza della radio, Chopin o Miles Davis, anche al massimo del volume non coprono quei maledetti servi che sparano stronzate da mattina a sera strapagati per rendere le nostre vite corte e noiose. Per metterci tutti in fila davanti all' agenzia delle entrate, per renderci bersagli di equitalia. 

C'è stato un periodo in cui leggevo tantissimi libri, punte di tre a settimane, avevo molto rispetto per la letteratura... oggi passo la maggior parte del tempo a tentare di liberarmi della maggior parte delle idee maturate nell' interazione con i libri. In quel periodo però mi capitò di essere a caccia di chicche, a Genova (nonostante la miglior meta in Italia per il bibliomane sia Torino senza dubbio), trovai questo libro... Assolutamente la miglior edizione di sempre, il libro definitivo. Non era pensato per un adulto, perché un vero editore l' adulto lo da per spacciato. Era un testo usato e molto antico, considerati i tempi, che comprai istantaneamente senza chiedere il prezzo, pensando che un giorno avrei avuto un figlio e che probabilmente grazie a quel singolo libro avrebbe risparmiato un sacco di tempo e lavoro al fine di essere una persona non dico migliore ma più consapevole, ecco il libro, il primo che leggerà il mio erede: 




                              


 Buona giornata a tutti,

 Pearl


 *Non ci giurerei, è un coinflip

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