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lunedì 25 maggio 2015

YOUTH - La giovinezza



Lo spettatore italiano cinefilo campanilista non vedeva scene belle come quelle girate da Sorrentino per Youth da quando smise Fellini.Infine il cinema italiano (sebbene la nazionalità della produzione abbia quattro bandiere) ha riguadagnato il suo posto nell' Olimpo della settima arte.
La location protagonista delle vicende estetiche dei personaggi è un hotel di lusso immerso nell' incanto del paesaggio montano di un imprecisato cantone svizzero... o forse precisato, ma come spesso accade per gli appuntamenti col destino, sono arrivato pochi, preziosi minuti in ritardo, pur prediligendo solitamente l' anticipo.
In questo hotel albergano geni e artisti fuoriclasse. Si ha la conferma del fatto che si tratti della cuspide della piramide quando in una sorta di Ius Primae Noctis molto più anarchico, spontaneo ed edonista è Miss Universo, una statuaria M. D. Ghenea a essere offerta in dono alla star hollywoodiana Jimmy Tree, interpretato da un Paul Dano in versione Johnny Depp, afflitto da problemi di carriera prossimi a quelli di Robert Downey Jr.,: si è concesso "un' unica leggerezza" in carriera e tutti lo ricorderanno per quell' interpretazione, un robot. Una pellicola in cui è ricoperto da una corazza, peggio di un rapporto protetto per un attore. I riferimenti ai grandissimi attori non sono però finiti qui, per non rovinare il gusto della più inebriante e indimenticabile scena del cinema contemporaneo lasceremo allo spettatore il gusto di scoprire chi domina la triade dei fenomeni del nostro tempo pagando il biglietto del cinema.
Il protagonista del lungometraggio più lirico che abbia avuto una distribuzione mainstream negli ultimi cinquant' anni è il multioscar M. Caine.Interpreta il direttore d' orchestra in pensione e mago Fred Ballinger.
Capolavoro assoluto del duo Sorrentino - Travaglioli l' ideazione e il montaggio del girato nella scena del concerto per vacche e campanacci in do minore, credo, ma non sono sicuro dell' assolutezza del mio orecchio né delle poche lezioni di solfeggio prese in vita mia. La scena si svolge al limitare del bosco, il maestro Ballinger siede sul ceppo di un albero secolare e la linfa ancora emanata da quella pianta secolare lo mette in contatto con la natura dandogli la possibilità di dirigere vacche private, agghindate quindi di soavi campanacci. Da segnalare due vacche intente a praticare sesso tantrico (è infatti dalle vacche che gli indù hanno appreso lo yoga). E a proposito di sesso merita una menzione l' unica scena esplicita. Se 300 ci aveva morbosamente stupito con lo splendido coito di Re Leonida e legittima consorte, Sorrentino va oltre, rappresentando il sesso coniugale fra una coppia anziana e fino a quel momento inaridita. Il dettaglio comico ed ecclatante è che Ballinger e l' amico fraterno (nonché consuocero fino al primo terzo dell' ipotetico primo tempo circa) Mick Boyle, un imprescindibile Harvey Keitel, coprotagonista assoluto e altrettanto impeccabile di Caine, scommettono sulle azioni e reazioni della coppia. Questo aspetto della trama regalerà spunti comici davvero degni dei più grandi ingegni del genere, penso a un superamento di Gino Bramieri.
Altrettanto ricche di occasioni per ridere e sorridere sono le vicende legate alla stesura della sceneggiatura per il testamento di Mick, cui lavora il giovane cast del film, che si dovrebbe intitolare "L' ultimo giorno della vita" e trattare l' argomento più triste dell' esistenza umana: il giorno in cui inizia la vedovanza. 
La figlia di Ballinger, Lena, imputa al padre una serie di colpe e gli rivolge severe critiche fin dall' inizio del film. Fra questa gli contesta un' apatia che lo tiene lontano dal lavoro e come confiderà egli stesso all' amico Boyle "nella routine", non appena rientrerà a Venezia. Nel corso del film scopriremo che Ballinger, impenitente traditore e sperimentatore sessuale alla stregua dell' eroe contemporaneo della lotta all' omofobia Alessandro Cecchi Paone, è depresso perché nonostante la ricerca del piacere erotico lo abbia indotto a sempre nuove sperimentazioni, egli ha perduto l' amore di una vita. Lo scopriamo quando ammette di aver scritto le "Canzoni semplici", l' imperdonabile leggerezza per cui verrà ricordato, quando ancora amavo.
Davvero commuovente la scena in cui, alla seconda insistente visita del ciambellano (triplo godibile cameo di Alex McQueen) della regina Elizabeth II,  che desidera ardentemente una performance del direttore ai festeggiamenti del compleanno del Principe Filippo, Ballinger-Caine rifiuta seccamente e si irrita, mentre sullo sfondo la figlia Lena piange silenziosamente, giungendo a cagione dell' inesauribile insistenza del privilegiato impiegato (il suddito di sua maestà persuasore-ipnotista più abile d' Inghilterra)  a rivelare che il motivo per cui non vuole dirigere è che le "Canzoni semplici" sono state scritte per la moglie soprano, che purtroppo non può più cantare. Indimenticabile il denso monologo di Lena, sensualissima donna della porta accanto e in grado di "far impazzire un uomo a letto": Rachel Weisz è sdraiata a fianco al padre nella spa dell' Hotel e sta subendo i fanghi. E' depressa a causa dell' abbandono del marito Boyle-figlio, che lo ha lasciato per la pop star Paloma Faith, interpretata da sé stessa. Quando il padre le dice che può capirla litri di veleno scorrono dalla sua bocca fra frustrazioni, rabbia, rinunce. Scopriamo che la piaga della Lena-figlia è stato soprattutto il silenzio di cui un musicista del calibro del padre ha sempre necessitato. La scena si conclude con la morte cinematografica del superbo personaggio di Caine.
Fenomenale, profondo, stuzzicante e arcigno il cameo di un' aspra  sprezzante volgare ristrutturata e adamantina Jane Fonda, che interpreta la ladra di strada e indimenticabile star hollywoodiana Brenda Morel.
Simpatico anche il "cameo psichiatrico in aereo".
Il personaggio preferito del recensore resta indubbiamente la pranomassaggiatrice che effettua il carico energetico giocando a un videosimulatore di danza nottetempo. L' interprete è l' adolescenziale Luna Zimic Mijovic.
Per non andare troppo oltre nella descrizione di quello che dalla fine dei titoli di coda è diventato il mio film preferito aggiungerò solamente che il poeta che Sorrentino sceglie per commuovere i poeti è Novalis, i due versi quelli sulla casa del padre.
Questo film non ha vinto il festival di Cannes a causa del fatto che la giuria era composta da teste di legno. 
Non ho visto il film che lo ha vinto ma non conta, mio fratello è figlio unico perché non ha mai criticato un film senza prima vederlo.
Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a regalarci questo provocante e sovversivo sogno di celluloide, grazie a Paolo Sorrentino, genio cinematografico assoluto del nostro secolo; e ho detto Tutto.


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