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lunedì 19 maggio 2014

PSICOSTORIA E RIEDUCAZIONE AL BARATTO


Lo zio Isaac, non nonno Newton, zio Asimov, ha inventato e introdotto nel suo Ciclo della Fondazione una scienza brevettabile dal delizioso sapore onniscientifico detta Psicostoria.
Anni dopo Luther Blissett/Wu Ming inventerà la Psicogeografia solo per aggiungere un altro compito in classe ai curiosi, ma si tratta di un' informazione dalla pertinenza e dall' interesse ai fini del discorso odierno davvero relative.
La psicostoria in brevi e semplicissime parole rappresenta una commistione fra psicologia e storia e mi direte "ovvio!". La parte meno ovvia e a mio avviso più interessante é che si tratta di una plausibilissima teoria assiomatico-metodologica, di un' ipotesi di lavoro insomma, non solo stuzzicante per l' immaginazione, ma forse anche ricca di potenziale.
Fondamentalmente Asimov ipotizza funzioni matematiche in grado di prevedere gli sviluppi degli avvenimenti di interesse storico di tutta la galassia. Le basi filosofiche su cui trova fondamento una teoria di questo tipo sono quelle del Determiniso, ovvero "tutto ciò che esiste lo fa in funzione del rapporto di causa-effetto", secondo il filosofo Ortega y Gassett se a partire dalla conoscenza degli effetti si può risalire alle cause, allora deve essere possibile, date cause note, prevedere gli effetti.
Che è un po' il principio per il quale ogni tanto escono ridicole notizie di esercitazioni militari volte alla pianificazione della sopravvivenza in caso di apocalisse di zombi. In questi casi però l' LSD posto nelle condutture dell' acqua negli anni '60 risale e i generali hanno seri problemi ad individuare cause plausibili.
La questione dell' LSD è un ipotesi di lavoro di deduzione a partire da effetti noti, ma nutro scetticismo.
Appartengo ad un' epoca inesorabilmente incivile per un sacco di motivi e me ne rammarico. Vivo nella consapevolezza che non ho potuto vivere l' età dell' Oro e che non ce ne sarà di sicuro un' altra prima della mia morte. Stiamo parlando dei tempi lunghi e di quella puttana della Storia, che se la prende notoriamente molto comoda. Formulerò un esempio per rendere vagamente più chiaro ciò che intendo: non sono un esperto di storia romana, ho più dimestichezza coi romanzi storici che con i manuali scolastici... Ma posso comunque supporre che ai tempi della rivoluzione degli schiavi condotta dal gladiatore Spartacus, l' Impero stesse vivendo magari un periodo di distrazione e rammollimento... Ecco, il Potere dominante il frangente storico odierno potrà anche avere falle o debolezze,  ma non le mostra... Senza per forza escludere che non venga un futuro più roseo che prospetti la possibilità per l' uomo di realizzare il suo potenziale e trasformarsi davvero in un animale armonico al suo contesto, invece di restare la nota stonata di oggi.
Premesso questo, se mi avete seguito fin qui, cosa di cui dubito miei amati Porcellini, vi starete chiedendo come possa evitare di abbandonarmi al nichilismo, alla disperazione, all' immobilità o almeno al suicidio... La risposta è a portata di mano, più semplice di un soldato idiota: l' immaginazione. Ho asserito buona parte di quanto sostenuto nella mia tesi di laurea in funzione del potere dell' immaginazione come strumento di conoscenza. E non ho inventato nulla perché Deleuze e Rorty sono solo due fra miliardi di essere umani che hanno tirato, tirano e tireranno a campare sempre solo ed esclusivamente attraverso l' abuso dell' unico strumento in grado di abbattere in un soffio le sbarre alle finestre.
A partire da basi anarcoutopiste e psicostoriche e armandosi di tanta immaginazione credo si possa intravedere un barlume di luce. La frase appena scritta rappresenta solo un modo edulcorato, eufemico e umile, frutto di una delle mie personalità meno interessante di altre, di affermare con prepotenza quanto segue: "ho visto chiaramente iniziare una nuova era che porti l' essere umano ad essere tale".
Vi chiederete come possa delirare in modo tanto presuntuoso supponendo di restare impunito, o quantomeno di non essere deriso... Ve lo spiego: proprio come la Sally di Vasco Rossi sono già stato punito per ogni mia distrazione o debolezza e in quanto alla derisione beh, sempre alle spalle e sempre finché non ho riso molto di più io.
La mia sventura è rappresentata dal vivere schiavo di un cervello (ammesso che i medici abbiano ragione e che i pensieri non vengano da altrove) che non da mai cenni di stanchezza, non esprime il desiderio di una pausa, non può rilassarsi, non può stare fermo, non può. Riuscite a immaginare cosa voglia dire avere tutto quel rumore costantemente in testa, un brusio infinito e senza pause... Come avere un pensiero fisso che però si moltiplica in ogni istante e varia.
Bene, con uno strumento mostruoso di questo tipo a condurre i giochi, ti capita che in certi momenti sei finito in una qualche epoca remota e distante, passata o futura.
Tutto il discorso della psicostoria serviva a crearmi un alibi per affermare che se la psicostroia è una metafora fantascientifica geniale, la sua applicazione è possibile. Solo che passa attraverso l' immaginazione. La scienza da sempre segue a distanza, in ritardo e mai raggiunge il potere immaginifico degli artisti, di coloro che creano dal nulla. La scienza è affascinante e sta li a cercare di interpretare qualcosa che c'è già... Ovviamente uno scienziato che ami il suo lavoro vedrà nella scienza il disegno divino e comunque qualcosa di meraviglioso, capace di innovare.
Ai miei occhi appare un pochino fredda, a tratti dannosa, forse mi arrischierei a dire persino un po' inutile in certe sue derive.
Sono sicuro che se a distanza di secoli c' è stato un ingegnere che ha letto Verne e ha progettato un sommergibile, non ci sarà mai uno scienziato con abbastanza palle da sfidare le visioni dello zio Isaac. Lo zio Isaac ha lasciato tutti al palo. Ho detto una cazzata perché quello scienziato giungerà, ma aspettatelo voi, ci vediamo li.
Quindi sto sostenendo che la conoscenza psicostorica è possibile a partire dall' uso della fantasia, dell' immaginazione. Asserisco anche che quando un cervello funziona come il mio e vi assicuro che il mio funziona come il vostro, ma si tratta prevalentemente di incamerare dati su cui lavorare... Dicevo, quando un cervello bello pieno di dati lavora a un certo ritmo, vedere il futuro non è un' azione che debba comportare necessariamente la scomunica della Chiesa Cattolica o il rogo per stregoneria e possessione diabolica. Può divenire semplicemente una routine. Si tratta di quel discorso di Ortega y Gassett di cui sopra, che ironicamente, se non sbaglio, introduce un bel libro intitolato La Rivoluzione delle Masse.
Bene, l' introduzione finisce qui. Se siete riusciti a seguirmi lungo tutto il porcile, cari i miei Suinetti, ora avrete finalmente ciò che ho promesso: la Perla. Si tratta ovviamente di una visione del futuro, non mi avrete mica preso per un demagogo millantatore.
Per aiutarvi a entrare nel discorso vi farò un esempio tratto dal contemporaneo. Fingiamo per un attimo di berci senza se e senza ma tutta la versione integrale riguardante le politiche energetiche. I passaggi principali sono: petrolio (monopoli, esaurimento, guerre, inquinamento, costi), metano (prevalentemente, allo stato attuale, monopolio, guerre, costi). Si cerca di indirizzarsi, in ogni paese (grossolana generalizzazione di comodo), verso le energie pulite e rinnovabili.
Se la versione ufficilale fosse valida, e la realtà dei fatti scevra da implicazioni che porteranno nuovamente a monopoli, guerre, corruzione, costi, cosa di cui perlomeno nell' immediato futuro dubito, si tratterebbe di un passo non indifferente in direzione di quella famosa trasformazione dell' uomo in uomo, di cui, cari Maialini, vi parlavo in apertura. Cosa ci porterà nell' era delle rinnovabili? Il lavoro instancabile di uomini onesti e sapienti e saggi, che hanno creato movimenti di sensibilizzazione delle masse ma soprattutto hanno fatto pressione sui governi. La tematica in certi paesi è ancora ignota o tabù... penso a paesi troppo poveri o troppo ricchi. Ma comunque quasi ovunque è trattata.
Ora spostiamoci dalle politiche energetiche a quelle economiche e dal presente ad un futuro lontano lontano come la galassia di Star Wars. Mi piacerebbe potervi dire sinceramente che potreste darvi da fare per avvicinare quel futuro ma smetterei di essere un utopista individualista, rischierei di passare per agitatore, ma soprattutto vi direi una cazzata, perché non c'è davvero nulla che possa fare nessuno. La più grande speranza che potete nutrire per il futuro dei vostri figli è che non abbiano voglia di studiare, che restino il più possibile ignoranti e che vivano vite belle e serene, cercando di gioire di quel che si può, quando si può. Tanto sfortunati come me ce ne sono e ce ne saranno sempre.
Tornando all' argomento economico e al futuro remoto... Non ho la pretesa di proporvi un' analisi immane da libri di scuola tipo quella del pensatore Marx, che se pure ha condotto alcune analisi fini in pars destruens, con la pars costruens ha creato casini come tanti altri megalomani prima di lui.
Il problema economico dicevo: la prima tappa del cammino che porta alla soluzione del problema economico è il giorno in cui un' associazione internazionale (scusatemi il marxismo) di (poniamo che alle definizioni sopravvivano gli oggetti) laici, appartenenti alla società civile, scienziati, pensatori, intellettuali e in generale detentori di conoscenza, eserciterà enormi pressioni, inignorabili pressioni sui governi in direzione di una rieducazione al baratto.
Partirei dalla produzione e divulgazione di saggi approfonditi su tutte le società che hanno avuto un' economia fondata sullo scambio dei beni, dall' organizzazione di conferenze, dall' insegnamento di "Principi del baratto nelle scuole"... Penserei insomma ad approntare un piano a lungo termine che rendesse il passaggio dal denaro allo scambio il meno indolore e problematico possibile. Penserei ad intraprendere iniziative sperimentali qua e la, tipo a Ginevra, Montecarlo e Dubai ad esempio... eliminare la moneta e reinserire il baratto. Organizzare un turismo finalizzato alla formazione al baratto.
Tutto questo perché sono convinto della totale assenza di elementi di bontà nell' oggetto denaro.
Non vorrei che pensaste che stia insinuando che le banche siano l' origine di tutti i mali del mondo perché le multinazionali che ne derivano e che poi le riempiono di nuovo subirebbero un' immeritato declassamento.
In ultima istanza, poi vi lascio tranquilli, vorrei fosse chiaro che quella che vi ho proposto non è né una semplice ipotesi, né una teoria, né una fra altre possibilità, né tanto meno una speranza.
Quella che vi ho proposto è una visione nitida di qualcosa che nel futuro è già successo. Quando ho aperto la finestra da cui ho visto quel mondo ho saputo che era qualcosa di reale.
Perché non avrebbe senso continuare a vivere se non nella speranza che un giorno lontano il pianeta sarà di nuovo un posto bello e gradevole da abitare. Non é possibile mantenere un' apparenza di normalità, sottostare al volere di chi ti impone di reprimerti, di tacere, di abbassare la testa e proseguire in fila indiana, se non capendo che tutto questo un giorno finirà e l' uomo sarà uomo.

Buonanotte

                                  

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